La Vita Consacrata

La Vita Consacrata che cos’è? molti si domandano.
I voti , cosa sono? Perché si lascia casa, padre madre, fratelli, case, campi, tutto … per entrare in una comunità e fare i voti di castità, di povertà, di obbedienza? Perchè si decide di non avere un compagno o una compagna di vita, di testimoniare solo con la vita la Consacrazione a Dio nel mondo del lavoro, nella vita "ordinaria" tra persone "ordinarie"?

Queste domande e questi interrogativi sono le domande e gli interrogativi, i perché che molti si chiedono. Sono le stesse domande che ci siamo fatti, anche noi, all’inizio di questa avventura.

All'inizio del Cristianesimo, durante le persecuzioni degli imperatori romani, il martirio era la espressione più bella dell'amore incondizionato per Cristo. Il martire era colui che dava la sua vita per Gesù anche versando il suo sangue; per queste testimonianze dei martiri, molti diventavano cristiani. La vita Consacrata vorrebbe essere come la continuazione, in una forma diversa, di questa esperienza di testimonianza..

Essa è iniziata quando i primi Cristiani non erano più perseguitati a causa della loro fede in Gesù, quando ormai tutti stavano bene. Quando la Chiesa era diventata sicura, politicamente forte, ricca e quando la testimonianza della carità stava morendo, lo Spirito Santo ha fatto emergere delle persone che per testimoniare che l’amore di Cristo era prima e sopra di tutto e di tutti, sceglievano di non sposarsi, di non tenere per sé cose e ricchezze. La vita Consacrata, nelle sue diverse forme, quindi era ed è una testimonianza di un amore grande, preferenziale, totale, eterno per Gesù.

E poi vediamo, oggi forse un po’ meno, una varietà di abiti, di modi di vestire; ogni consacrato veste secondo il suo stile, secondo la storia del suo ordine o della Congregazione cui appartiene. Infatti ci sono i Benedettini, i Francescani, i Domenicani, i Gesuiti, i Salesiani.... Ci sono tantissimi Istituti, maschili e femminili, grandi o piccoli; specialmente quelli femminili quasi non si possono contare. Ci sono quelli che scelgono di chiudersi per sempre in un monastero e ci sono quelli che scelgono di vivere nel mondo del lavoro e della famiglia per essere fermento.

Perché tutta questa varietà, questa diversità,questa molteplicità di forme, di stili, di tradizioni? Non creano forse confusione? No! Sono al contrario la bellezza della Chiesa; essa è come un giardino bellissimo, dove ci sono tante aiuole, tutte belle, che messe insieme la rendono ancora più bella, una meraviglia unica. S. Benedetto, S. Francesco, s. Domenico, S. Ignazio di Loyola, San Camillo, tutti i fondatori e i rispettivi Istituti che si sono sviluppati vogliono esprimere i diversi aspetti della vita di Gesù, della sua persona. Anche lui è stato casto, povero e obbediente; il vangelo ce lo dice. Allora i monaci benedettini vorrebbero esprimere Gesù che prega; i Domenicani, chiamati "Predicatori", Gesù che esprime la sapienza della verità divina; i Francescani, la povertà di Gesù; i Gesuiti, la sua obbedienza alla volontà del Padre; i Camilliani, Gesù che sana e cura gli ammalati, e non solo quelli nel corpo; gli Oblati di Maria Immacolata, Gesù che annuncia il vangelo alle folle dei poveri del suo tempo; gli Istituti Secolari Gesù che ha vissuto a Nazareth per 30 anni, uno tra gli altri....

Certo tutto nasce dal tuo rapporto con Lui; se hai il dono di una fede grande, profonda, semplice; se credi che la tua vita è un dono che hai fatto a Dio, allora la povertà sarà espressione di una condivisione e solidarietà con tutti, la castità ti aiuterà ad amare tutti con cuore indiviso e l’obbedienza ti darà una grande libertà interiore che ti permetterà di vivere gli avvenimenti e la tua realtà che cambia, senza rammarico o frustrazioni. 

I giovani che si sentono chiamati a questa vita, credo debbano essere più forti, più generosi, più decisi oggi che tempo addietro. Ricordo sempre come fosse ieri un giovane che poco prima che iniziasse la celebrazione della sua Consacrazione mi disse cosa sentiva dentro di sé, più o meno con queste parole: “nella mia preghiera, domando sempre al Signore di avere una grande fede, perché con questo Si che dico per sempre, il bastimento della mia vita, stacca definitivamente gli ormeggi che lo trattenevano a terra e, guidato da Dio, parte per mari e oceani sconosciuti, per un sentiero imponderabile, dove incontra momenti di brezza, di bonaccia o di tempesta; ma so che questo distacco lo faccio nella fede di Colui che mi ama; Dio!”.

(Cfr. http://rodighierodomenico.org)

 
 
   
All Rights Reserved Copyright © Dreamweaver-Templates.net - 2005